Ritratti di Calabria dei viaggiatori in gran tour

In certi italiani e più ancora negli stranieri, esiste una ingiusta offensiva diffidenza per la taciturna fierezza di quell’umile gente, per certi atteggiamenti che paiono di malevolenza e che sono invece effetto di povertà, di fatica mal rimunerata, di stenti, di speranze deluse, spesso di debolezza organica cagionata dalla malaria. I viaggiatori costieri frettolosi e difficoltosi non escono da questo stato d’incomprensione e di ottusità e contribuiscono soltanto a diffonderlo, magari con libri troppo ingiustamente fortunati. Bisogna addentrarsi nella Calabria, percorrerne strade e sentieri, vederla nelle sue parti più alte e più lontane, per conoscerne bene, insieme col più caratteristico paesaggio, l’anima delle popolazioni. (G. Isnardi) Queste sono le motivazioni che ci hanno indotto a raccogliere i ritratti che i viaggiatori in gran tour hanno fatto sulla Calabria negli ultimi due secoli, per reagire contro questa ingiuriosa diffidenza, da qualunque parte provenga. Ed è qui il compito delle nuove generazioni calabresi; le quali dovranno, senza fare dell’antipatico e sciocco regionalismo, porre in rilievo, insieme con le provvidenze economiche e sociali da realizzare, anche le fondamentali virtù del popolo calabrese e soprattutto dovranno sentire l’orgoglio di appartenere ad una regione che più volte attraverso i secoli irradiò luci di pensiero che splendono ancora, e che, al pari delle altre regioni d’Italia, contribuì con la vanga e con la penna alla civilizzazione del mondo.